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Calascibetta e la sua storia


E' interessante percorrere le strette vie di questo paese custodi di millenni di storia. Antagonista da sempre ad Enna, situata anch'essa in un altopiano che domina imperiosa tutta la vallata. Calascibetta è un crocevia di regie trazzere, intese come le arcaiche autostrade che la collegavano al resto della Sicilia. Il vecchio centro storico, conserva quasi del tutto intatto l'antico quartiere ebraico. Attraversando la strada che s'inerpica dalla piazza centrale, si raggiungono le vecchie carceri troglodite, utilizzate sino in epoca bizantina. La cappella palatina ricca di splendide opere d'arte, con una ricchissima pinacoteca di tele di autori siciliani tra cui il Sozzi, abbelliscono la matrice. La torre normanna svetta sullo strapiombo, che si affaccia su Enna A pochi chilometri da Calascibetta sono presenti due siti archeologici: Necropoli realmese e Villaggio bizzantino. Essi sono immersi in un magnifico contesto naturalistico che rende affascinante un escursione in questi luoghi. Dista dall'agriturismo San Giovannello circa 25 minuti in automobile

A Calascibetta comune della Provincia di Enna, oltre alla ‘’Necropoli Realmese’’, a circa mezzo chilometro dalla SS 290 in contrada Canalotto nei pressi del Santuario ”Madonna del Buonriposo’’, (circa 5 km dal paese) all’interno del bosco demaniale, troviamo un insediamento rupestre d’epoca ”Tardo Romana-Bizantina” sconosciuto sino a quindici anni a dietro e immerso nella macchia mediterranea. Questo sito archeologico è stato premiato tra i mille beni italiani selezionati in occasione del progetto “Meraviglia Italiana”, promosso dal Forum Nazionale dei Giovani. L’iniziativa, ideata in occasione del 150° dell’Unità d’Italia, ha ottenuto anche il patrocinio della Camera dei Deputati, del Ministero dei Beni Culturali e di diverse Regioni d’Italia.

Il nucleo principale dell’abitato, ubicato nella parte iniziale del vallone, si estende a sud-ovest verso il corso del fiume Morello che in epoca romana e medioevale era un importante via di comunicazione. Il nucleo principale di questo sito archeologico utilizza una rientranza di roccia arenaria profonda circa trenta metri, nella quale si aprono numerosi ambienti scavati nella roccia utilizzati per scopi religiosi, funerari e civili, un intero villaggio rupestre sviluppatosi in epoca bizantina. Gli abitanti si erano strutturarti per vivere in modo del tutto autonomo, avevano trovato il modo di raccogliere le acque battenti sulle rocce tramite delle incisioni che potevano in alcuni punti diventare veri e propri canaloni, i quali convogliavano le acque meteoriche in recipienti scavati nella roccia, che a loro volta venivano suddivise in piccole vasche per un agevole utilizzo giornaliero. Il villaggio poteva contare anche sull’apporto idrico del torrente che scorre alla base del sito, che più avanti si getta nel vicino fiume Morello. Il villaggio è composto da due chiese rupestri a due piani, che rendono il sito di Vallone Canalotto unico nel suo genere, e circa trenta grotte anche a diversi piani, utilizzate come abitazioni o come luoghi dove si svolgevano le attività produttive, legate alla lavorazione di prodotti agricoli. Sono stati riconosciuti alcuni palmenti ricavati nel piano roccioso a pianta rettangolare, con vasche di decantazione comunicanti; dentro alcuni vani, la presenza di tagli regolari nelle pareti è da ricondurre a macchinari utilizzati per la trasformazione di prodotti agricoli o di quelli derivati dall'allevamento Di notevole interesse sono i due ambienti sovrastanti le due chiese, nelle cui pareti sono state ricavate delle nicchie destinate alla posa di urne funerarie. Si tratta di cripte-loculari direttamente collegate alle rispettive chiese; di particolare pregio è la cripta della basilica centrale a cui si accedeva attraverso un'apertura praticata nel soffitto, tramite una scala. Il vano è caratterizzato da una grande croce incassata al centro di una parete circondata da piccole nicchie di forma quadrangolare. Il culto dei morti seguiva ancora il rito cerimoniale romano, i defunti venivano cremati e le ceneri raccolte in vasi. La vallata è servita da alcuni sentieri scavati nel banco roccioso, questi camminamenti mettevano in comunicazione i vari nuclei abitativi sparsi nelle vallate adiacenti.

Necropoli realmese

La Necropoli di Realmese si trova a ”Cozzo S. Giuseppe” (m 737 s.l.m.) a circa 3 km a Nord Est da Calascibetta . La sua realizzazione ed il suo utilizzo risalgono ai secoli IX e VI a.C. . Essa è caratterizzata da 288 tombe a grotticella del tipo Pantalicano aperte nella bianca rocca calcarea, l’utilizzo della Necropoli di Realmese copre un periodo esteso, suddiviso in due fasi principali: la prima di età protostorica (dal IX al VII secolo a.C.), la seconda di età arcaica (VII e VI secolo a.C.). Tracce dell’uso del sito in epoca bizantina sono state individuate all’interno di una tomba a camera dell’età del bronzo (XI- inizi VIII secolo a.C.). Tale sepoltura presenta una pianta quadrangolare con copertura interna piana. Al suo interno, sulla parete destra, si apre una grande nicchia, mentre a sinistra una panchina è stata intagliata nella roccia, per cui si ritiene che in età bizantina la tomba fosse utilizzata come abitazione. I reperti costituiti da ceramiche varie, coltellini a fiamma, anelli , orecchini e fibule, nonché di corredi miniaturizzati si trovano esposti in parte nel Museo Archeologico Palazzo Varisano di Enna, mentre la parte più consistente si trova esposta insieme a una foto del sito durante i lavori di scavo eseguiti tra il 1949 ed il 1950, sotto la guida di Luigi Bernabò Brea, nel Museo Regionale Paolo Orsi di Siracusa.

Regia Trazzera L’area Xibetana presenta un antico sistema viario esterno ricco di strade: le Regie Trazzere. risalenti all’epoca dei ”Normanni”. Il termine trazzera significa strada dritta, il suo percorso quasi rettilineo, però avvolte non teneva conto delle eccessive pendenze. Queste antiche vie larghe 36 Mt. nella dimensione minima avevano origine dalla città o dalle propaggini e si distribuivano a raggiera collegandola, soprattutto con i tre mari che bagnano la Sicilia. Oggi sono dodici le regie trazzere che partono da Calascibetta: ad esempio, la regia trazzera Calascibetta - Palagonia, ricalca l’antica strada greca Siracusa Thermai (Termini Imerese) e passa a soli 7,5 Km dall’antica Morgantina, nel comune di Aidone con la quale era collegata. La Calascibetta - Licata congiunge la città con il mar Mediterraneo dove erano imbarcate le merci provenienti dal centro dell’Isola. La regia trazzera Calascibetta-Gangi, prosegue per le campagne dell’are Xibetana, attraversa la Necropoli Realmese, e continua per l’attuale strada detta della Menta e costeggia il borgo fortificato di Bordonaro e l’antico Castello di Re Giovanni, (la località di Re Giovanni figura riportata nella cartina della Sicilia del XVI secolo affrescata nella galleria delle carte geografiche dei Musei Vaticani), nei pressi del borgo di Cacchiamo, (frazione di Calascibetta) prosegue per Gangi raggiungendo successivamente la città di Cefalù sul Mar Tirreno.

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