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Coronavirus o cambiamenti climatici cosa fa più paura?

Aggiornamento: 29 feb 2020


Il coronavirus, l'annullamento della fiera "Fa la cosa giusta" a Milano e di tutte quelle attività e manifestazioni che nell'Italia settentrionale portano aggregazione. L'annullamento della quotidianità in funzione di precauzione e contenimento del virus sicuramente hanno dilatato il tempo, rallentando dalla ritmicità frenetica di impegni lavorativi e familiari, costringendo tutti alla calma, alla vita casalinga. Questo andare più lenti spero porti a delle riflessioni: ma in che direzione stiamo andando?

Epidemie, carestie si sono susseguite nel ciclo della storia dell'essere umano ma mai prima di adesso avevano toccato da vicino le nostre generazioni. Questo ci sconvolge e ci impaurisce. Oggi l'Italia è colpita da un virus che spaventa. Il correrere veloce delle informazioni aggrava il peso di questa paura. Giuste e correte le informazioni che spiegano le norme di comportamento ma a volte i media per un po di audience in più creano falsi allarmismi. La popolazione si confonde, alla fine non si capisce più quale sia la situazione oggettiva.

Il tempo rallentato di una nuova quotidianità spero spinga la gente ad osservarsi intorno: a notare alla metà di febbraio le piante in vaso sofferenti per la carenza idrica o a scorgere al di là delle montagne il fumo dei primi incendi che a febbraio in annate differenti sarebbero stati impossibili.

Chi vive in città apprezza il clima mite di questa annata apparentemente anomala, ma che ahimè, temo diventerà quotidianità. Chi vive in città apprezza il clima caldo che fà risparmiare il costo del gas per il riscaldamento a casa, e approfitta la domenica per una escursione al mare. In questo febbraio 2020 dalla temperatura eccessivamente mite nelle ore più calde si registrano anche 18°C e a stare sotto il sole con il maglioncino si sente caldo. .

Ma questo piacevole caldo non fa paura? Beh a me si, questo caldo mite ed eccessivo in un periodo dell'anno che ancora non è arrivato alla primavera dovrebbe terrorizzare più del coronavirus. Perchè, se a causa del virus la gente svuota gli scaffali del supermercato da generi alimentari di prima necessità,a causa dell'eccessivo caldo nelle campagne le produzioni agricole seccano in un periodo del loro ciclo vitale in cui dovrebbero essere ancora rigogliose. A causa del caldo rischiamo di non avere generi alimentarti di prima necessità. Tu, che in città sei abituato a fare la spesa nella GDO (grande distribuzione organizzata=supermercato), ti sei mai posto questo problema?

Ebbene esiste ed è reale, ve lo dice chi con la terra ci vive, chi in campagna nota oggi la convivenza di piante alimurgiche tipiche del periodo invernale ed estivo che convivono nello stesso periodo dell'anno: la natura è impazzita. In campagna la siccità è diventata preoccupante. I nostri grani rischiano di seccare in modo prematuro; gli animali negli allevamenti zootecnici non hanno le giuste quantità di cibo per sfamarsi, i pascoli con erba succulenta scarseggiano. In 20 anni di lavoro in campagna, non mi era mai successo di trovare le spighe prive di semente. A luglio, a tempo di trebbiatura, il campo era bellissimo, coltivato secondo le regole del biologico e pulitissimo, non c'erano infestanti; sembrava promettere un buon raccolto fino a quando non mi sono accorta che così non sarebbe stato.

Le spighe erano tutte vuote, spighe senza grano; mai successo in tanti anno di lavoro. Vi lascio immaginare la mia disperazione: ho sostenuto costi di produzione per le lavorazioni della terra, semina, acquisto delle sementi e poi niente raccolto, nessuna opportunità di poter recuperare le spese effettuate e sperare in un possibile guadagno. La situazione è preoccupante perché questa esperienza in Sicilia non è accatuta solo nell'azienda agricola che gestisco ma, confrontandomi con colleghi, anche altri hanno vissuto il mio stesso disastro.

Nel mio campo di grano cosa è successo?

Era la fine di giugno della scorsa estate, osservavo le spighe e notavo i lori fiori ormai secchi ancora attaccati alla spiga. Tornado indietro di poco tempo ricordai che la calura i primi di giugno raggiunse anche i 40°C, il caldo eccessivo bruciò i fiori delle spighe rendendo improduttivo il mio campo di grano.

Questo episodio decisamente poco conosciuto, ma comune ad altri agricoltori, è un campanello di allarme per come i cambiamenti climatici influiscono sulle nostre produzioni agricole e agroalimentari.

Purtroppo non siamo in grado di fermare l'evolversi degli eventi naturali, ma ognuno di noi può fare delle piccole azioni quotidiane nel rispetto dell'ambiente e della sicurezza sanitaria.

Ogni piccola azione sommata alle altre diventa grande e aumenta la nostra responsabilità nei confronti dell'ambiente e delle persone che ci stanno intorno.



Ecco un elenco di comportamenti per contrastere il rischio di contagio da coronavirus

  1. Lavati spesso le mani

  2. Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute

  3. Non toccarti occhi, naso e bocca con le mani

  4. Copri bocca e naso se starnutisci o tossisci

  5. Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico

  6. Pulisci le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol

  7. Usa la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate

  8. I prodotti Made in China e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi

  9. Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus

  10. In caso di dubbi non recarti al Pronto Soccorso: chiama il tuo medico di base e se pensi di essere stato contagiato chiama il 112


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